Rita Bellini
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Arte e Cultura

Questa è la pittura della veneziana Rita Bellini

lunedì 12 marzo 2012

Dal passato al presente con sempre maggiore volontà e razionalità.

Il concetto della pittrice, già affermatasi in un corollario di date e di personali da lei corredate, è e resta l’inseguimento decisivo, la volontà di seguire l’evoluzione del presente, senza però non perdere l’occhio al futuro imminente che le si para innanzi.

E' una pittrice affermata, in quanto, con la sua innata serietà e semplicità, si dedica ad una pittura diversa da tante, trasfondendo nei suoi quadri, la sua fantasia, il suo pensiero, i suoi sogni.

Rita Belllni è una assidua interprete dei suoi pensieri, senza rincorrere alcun altro personaggio del mondo del pennello. Crea, con la sua arte, i suoi personaggi, con le loro caratteristiche, con le sembianze di come lei li vede, di come lei li immagina e li personifica.

Diplomatasi nel Luglio del 1957 a Venezia, frequenta poi scultura con il maestro A. Viani. E' un periodo cui la sua predilizione si ferma alla pittura e scultura. Questo incontro, con un maestro di tale talento, tempra la sua formazione culturale-artistica. Studia con grande
passione ed impegno la figura poliedrica di Picasso, il suo eccezionale modo dl dipingere. Ammira la razzionalità di alcuni dipinti e disegni di Henri Matisse, e resta affascinata dalla calcolata e poetica raffinatezza della grafica e del colore di Paul Klee; da quest'ultimo viene toccata anche dalla sua profonda e sottile tristezza.

Terminati gli studi, si dedica quasi esclusivamente alla pittura, con una tematica a carattere religioso ~ emula di taluni modelli fissati nell'infanzia nel profondo - ecco Le Marie, i crocefissi, dai colori terrosi, e una tematica laica, con nudi contorti, carichi di dramma.

Poi la durezza della realtà della vita, per un certo tempo, porta l'artista per altre vie, per`altre esperienze.

Il mondo cambia in modo vertiginoso, vecchi modelli vengono guardati con sospetto, taluni frantumati. Concetti, mezzi tra i più diversi, si susseguono, si sovrappongono, vengono proposti nuovi soggetti artistici.

Rita Bellini non è estranea a queste manifestazioni; lei vuole vivere nel presente ma con tutta la coerenza e la verità prima di se stessa.

Essa dipinge spinta da una necessità interiore, vuole esprimere in quel momento un qualcosa, attraverso dei colori, delle forme.

È convinta che esistiamo in quanto c‘è un passato, una storia; noi siamo il prodotto (non esclusivo) anche di un passato, di questa storia.

Dopo il 1968 i soggetti sono sempre laici; le forme vanno assumendo una drammaticità più interiore, più controllata. la tavolozza si va raffinando, i colori sono più chiari, più luminosi, i passaggi da un tono ad un altro leggeri, a piccole sfumature.

La padronanza delle tecniche espressive è sorretta da una robusta emotività. Ella vuole emergere, non soltanto con la sua ferrea volontà, ma con la sua arte, con i suoi capolavori, perché crede nei propri mezzi espressivi, perché è convinta nell'intimo della bontà della sua tematica, anche per una carica spirituale più incidente.

Rita Bellini è una combattente di prima linea e lavora con pazienza e testardaggine, vuole imporsi e imporre i suoi personaggi trattati con levigatezza, manca di scaltrezza commerciale, ma siamo certi che saprà imporsi domani, non certo per la sua genuina volontà che ci affascina, ma per la sua tematica pittorica indispensabile al raggiungimento di un programma equilibrato che a scalini, si potenzia, si fortifica, emergendo dai pesanti contrasti della sua iniziazione, per realizzarsi finalmente con la grazia e la gentilezza espressa dal suo cuore di donna.

Bellini Rita è nata nel 1936 a Venezia. Risiede a Malamocco (Venezia) in V. Merceria. Lavora a Venezia.

Partecipa con sue opera: alla Collettiva dell'Opera La Bevilacqua La Masa del 1958 e del 1959; espone una sua scultura alla Xlll Biennale d'arte Triveneta di Padova del 1959, e opere grafiche alla Mostra Nazionale dl Pittura e Bianco e Nero a S. Benedetto del Tronto del 1959.

L’artista, pur non smettendo mai di dipingere, riprende a presentare sue opere solo nell'aprile 1982 con una personale di pittura (19 opere) alla Villa XXV Aprile di Mirano. Nel maggio dello stesso anno partecipa all'Ex Tempore di pittura a Mirano e vince il 1° premio.

Contemporaneamente presenta un'opera dl pittura alla 2.a edizione del Concorso biennale "La Cella" (maggio 1982), nel giugno dello stesso anno espone due opere di disegno e due opere ad acquarello al XI Premio Naz. del Disegno "Giovanni Segantini" e Premio speciale dell’Acquarello “Fondazione A. Durini a Nova Milanese (Milano).


 

 

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