Rita
Bellini

 


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poetessa

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Il Gazzettino di Venezia (08 dicembre 2006)

Storia della salvezza
 

Verrà inaugurata domani sabato, alle 16:30, la mostra di pittura e collages, all’interno della chiesa di Sant’Ignazio al Lido della pittrice e poetessa Rita Bellini.

L’esposizione ha il titolo “Maria dai Vangeli del Nuovo Testamento”.

Il programma è stato messo a punto in occasione della solennità, l’8 dicembre, della Madonna Immacolata e in prossimità della festa di Natale 2006.

Musica, liturgia e preghiera, nonché una mostra d’arte e pittura. Questi gli ingredienti più significativi dell’evento.

Il gruppo di collages ha lo scopo di presentare, ancora oggi, un rigoroso lavoro pittorico, frutto di un “continuum” di esperienze creative della pittrice e poetessa, Rita Bellini.

Un collages che è però un supporto ad un discorso religioso su Maria, la madre di Gesù, come ci viene presentata, brevemente, ma in maniera incisiva, nei quattro vangeli del Nuovo testamento.

La mostra si potrà visitare (ad ingresso gratuito) ogni pomeriggio dalle 15 alle 17, fino a domenica 17 dicembre.

L. M.

 

 

 



Gente Veneta (N. 46 del 09 dicembre 2006)

Al Lido una mostra di pittura
 

Viene inaugurata sabato 9 alle 16:30, in chiesa a S. Ignazio, la mostra “Maria dai Vangeli del Nuovo Testamento”.

Sono esposte opere a collage realizzate da Rita Bellini, pittrice e poetessa.

Rita Bellini, diplomata al liceo artistico di Venezia e poi all’Accademia di belle Arti, nonché laureata in filosofia, da anni espone sue opere in rassegne personali e collettive, in Italia e all’estero.

La mostra, promossa dalla parrocchia nei giorni della festa dell’Immacolata, e presentata sabato da Sandro Mattiazzi, rimarrà visitabile fino al 17 dicembre.

 

 

 



Il Gazzettino di Venezia (23 ottobre 2004)

Espone la pittrice Rita Bellini
 

Venezia - (D.M.V.) Le grandi opere d’arte che ammiriamo nelle chiese antiche (vetrate gotiche, affreschi, bassorilievi, cicli musivi) originariamente non assolvevano esigenze estetiche, ma costituivano il messaggio di Cristo che, attraverso le immagini, raggiungeva i fedeli. Sulle orme di questa tradizione, Rita Bellini, un’artista del Lido, ha pensato di narrare una “Storia della Salvezza”, in chiave storico-biblico-teologica, suddividendola in sette grandi pannelli e facendo uso dell’attuale tecnica del collage e del colore acrilico su tela. L’opera è collocata nello spazio sottostante il matroneo, nella chiesa di Sant’Ignazio a Ca’ Bianca. L’originalità del lavoro della Bellini è nell’aver saputo inserire all’interno della sua “Storia della Salvezza” messaggi di attualità accostando, senza ripensamenti, frammenti appena riconoscibili di celebri capolavori, brani dell’Antico e Nuovo Testamento e ritagli di giornale dei nostri giorni, generando originali e inconsueti stralci di attualità evangelica, che, proprio come per i neofiti di un tempo, generano in chi li guarda occasioni di meditazione.

 

 



il Notiziario di Cortina (05 settembre 1994)

Rita Bellini
 


Dal 5 al 30 settembre alla Saletta d’arte dell’Hotel Montana espone la pittrice Rita Bellini.

L’artista, da anni presente nel panorama dell’arte veneta, coinvolta dal mondo della musica e della poesia, oltre che della pittura, è ricca di messaggi da comunicare.

Personalità poliedrica e vivace, traduce le sue emozioni in opere che si concretizzano come momento di sintesi di emozioni verbali e musicali, disinvoltamente capaci di passare dal figurativo all’astratto.

Sentendosi parte di una storia universale, che da secoli si snoda attraverso le più varie vicende, a volte drammatiche, a volte esaltanti, la pittrice fissa la sua attenzione sul divenire destino dell’uomo al di là di ogni limite spazio - temporale. Le immagini si presentano spontanee nella loro naturalezza, assorte in un silenzio fuori dal tempo, tacite icone del contemporaneo.

Elementi ricorrenti sono la semplicità dei mezzi rappresentativi, quale elemento di forza per le immagini, un senso di meditata spiritualità e la tendenza a giungere all’essenza più profonda della sua visione del reale.

Le ultime esperienze della pittrice sono direzionate verso oggetti - simbolo, uomini o natura, che trovano un’identità ed un proprio giudizio di valore all’interno di uno spazio totale dal quale si rivolgono all’osservatore.

M. B. A.

 

 



Il Gazzettino di Venezia (07 febbraio 1992)

Rita Bellini
 

Rita Bellini felicemente tra figurativo ed astratto, ci offre un’ampia testimonianza del suo profondo sentire esistenziale. La morte, la guerra, la tragedia del vivere, la paura del futuro, i miti del nostro, l’amore, la maternità, qui sono rivissute con inusitata freschezza.

Mario Stefani

 

 



Farmacia Donna (N. 7 del settembre 1991)

La ricerca della Veneziana
 


Intervenire e andare oltre la realtà contingente è una delle aspirazioni dell’arte: ridefinire uno spazio-tempo nuovo è oggi un impulso che determina scelte e decisioni a volte coraggiose.
Forse da parte degli artisti tale esigenza si è sempre avvertita, ma oggi la consapevolezza è quasi drammatica.
I linguaggi dell’arte, molteplici e disperatamente differenti, sono stati rigorosamente sperimentati con risultati necessariamente legati al tempo storico.
Oggi, come ieri, l’artista vorrebbe andare oltre: partecipare alla storia ma entrare nella metastoria.
Vuole un’osmosi fra esistente, idea ed energia vitale in grado di porlo al dl la della semplice consolazione del fare 0 dell’essere.
E in questa ricerca si muove Rita Bellini. una pittrice che, affrontato il problema della comunicazione intesa come effusione di un particolare e sensibile modo interiore, lo incanala in una emozionalità pittorica che non teme l’astrattismo nè il decorativismo.
La sua attività è fatta di linguaggi pittorici in cui i singoli moduli sono via via superati, ma rimane coerente una sorta di processo di autoanalisi, a tratti distaccato, e mai gratuito.
Rita Bellini cala se stessa nella realtà pittorica, arricchisce i suoi colori e le sue linee di tacite confessioni, crea codici decodificabili nella sonorità della luce,nell’infinita malinconia, nell’improvvisa euforica allegria.
Spazi sentimentali, esistenziali, imprevisti diventano i suoi quadri carichi di musicalità 0 storie lontane.
Il valore evocativo delle immagini si dissolve in uno spazio emblematico, dove materia pittorica e idea diventano espressività.
Le immagini appaiono e scompaiono, proliferano i colori, in una sorta di sequenza ritmica, sonora, emozionale.
Questa sorta di estetizzazione più che elaborata è immediata, un universo in cui la trasmigrazione dall’individuale all’universale diventa significativamente scontato.
Rita Bellini annuncia ad un linguaggio pittorico consequenziale a favore di una autoaffermazione che supera i confini dell’esistente.

Le sue opere così realizzate godono di una autonomia propria, a tratti lirica a tratti dissonante.
Il gioco introspettivo diventa combinazione di elementi virtualmente lontani e di poche essenziali figure.
Il linguaggio è a volte sintetico e allora tutto diventa quasi aspro, qualunque valore simbolico viene rimesso in discussione.
E in questo azzeramento la pittrice ricomincia a muoversi in direzioni diverse, in sistemi dove tutto è da reinventare e dove rimane, profondo e incomprimibile, il desiderio di esistere.
Rita Bellini vive e lavora a Venezia-Lido in via Pani, 24, tel. o41/770803


Prof. Maria Beatrice Autizi

 

 

 



Il Mattino di Padova (18 maggio 1989)

Rita Bellini in pittura, scritte e scritti
 

Una pittrice che colpisce l’impeto emotivo e per la grande vivacità nell’esternarlo è Rita Bellini, ospite fino ad oggi alla Galleria Selearte.

Veneziana di origine, La Bellini persegue da anni una sua ricerca personale volta ad un costante approfondimento del segno e del colore, ma anche di una materia giocata su una deliberata sinergia di impasti di sabbia, di tela, di fili, quasi sottili trame sospese nel quadro.

L’ordine e l’equilibrio in talune tele si trasforma in una sfida visiva e concettuale da cui emergono le essenze più intime dei temi trattati.

Una connotazione precisa di Rita Bellini è di porre tutto in continua discussione, ed allora anche lo stile cambia, da euforico diventa drammatico, da contemplativo diventa aggressivo. Quello che rappresenta è solo un’immagine (o la sua memoria?) e l’incontrollabile desiderio di rovesciare ogni prevedibile significato.

L’immagine visiva si restringe nel particolare, il racconto diventa essenziale e antiretorico, la volontà di oltrepassare il limite della rappresentazione diventa a tratti talmente urgente da scivolare in una sorta di autorappresentazione.

Ma di nuovo la tela, a volte dotata di una sua identità materica, riporta la pittrice al fatto artistico, a tratti romanticamente ancora legato al sentimento.

m. b. a.

 

 



Galleria Fenice Arts - Venezia

Personale di Rita Bellini “Pittura, scritte e scritti” alla Galleria Fenice Arts - Venezia
 

Personale di Rita Bellini “Pittura, scritte e scritti” alla Galleria Fenice Arts - Venezia

Rita Bellini è una pittrice che avverte immediato e non rimandabile il desiderio di comunicare. Nei suoi quadri il colore si fa materia, la sabbia e i tessuti integrano l’immagine trasformandola in flagrante sonorità luminosa. Lo sfondo è pura superficie pittorica e le figure riflessi di un complesso mondo interiore.

Il sentimento emerge attraverso \un’operazione di riduzione al colore e all’immagine; il lavoro è consapevolmente condotto verso una sorta di trama che sospinge la superficie verso l’esterno. L’impatto visivo si trasforma in rarefazione espressiva e in sconfinamento dei limiti del sentimento stesso.

Accanto alle opere pittoriche... alcuni suoi brevi scritti particolarmente sinceri ed emozionali, di stati d’animo e intime percezioni, riflessi immediati della sua volontà di comunicare al di là della pura immagine.

Prof. Maria Beatrice Autizi

 

 



Gente Veneta (18 aprile 1987)

Galleria “Gi & Gi”, Lido: Rita Bellini
 

C’è un particolare significato nei quadri di Rita Bellini: L’opera pittorica fa tutt’uno con la vita. Ad es. in “Il rito”, olio di cm. 52 x 107, del 1986, si colgono alcune connessioni della nostra esperienza. I colori stesi sulla tela damascata associano, nell’eloquenza espressiva, tutti i significati che già si formulano nella distorsione dell’immagine principale, tra aritmie e sincopi e tensioni di coesioni tra opposti.

Giulio Gasparotti

 

 

 



Corriere Veneto (20/26 marzo 1986)

Mostre d'Arte nel Veneto
 


Anche questa settimana vogliamo prestare particolare attenzione ad un’artista di Venezia. Si tratta infatti di Rita Bellini presente con una personale alla Galleria Gi 6 Gi del Lido.

Rita Bellini si è diplomata al liceo artistico e ha frequentato i corsi di scultura di Alberto Viani all’Accademia.

Terminati gli studi, si dedica quasi esclusivamente alla pittura, con una tematica a carattere religioso: le Marie, i Crocefissi; e una tematica laica, rappresentata da nudi carichi di una drammatica espressività.

Per una ricerca personale dell’artista, che rifiuta di essere inquadrata in schematismi come donna e come pittrice, con il passare degli anni cambia in modo vertiginoso il mondo che dipinge, gli antichi modelli vengono quasi ripudiati; in un turbinare di nuovi concetti, mezzi diversi, soggetti artistici rinnovati.

Dopo il 1968 i soggetti sono solo laici; le forme sono espressione di una drammaticità più interiore, più intima, i colori assumono maggiore armonia: sono più chiari più luminosi; i toni sfruttano leggere sfumature per creare paesaggi armonici.

Le opere che possiamo ammirare alla Galleria Gi & Gi sono testimonianza della personalità poliedrica di Rita Bellini: vi sono in prevalenza acquarelli, ma non mancano composizioni con stoffe e olii, disegni a pennarello ed opere di grafica.

 

 



Corriere Veneto (3/9 aprile 1984)

Mestre - Galleria “La Cella”: Rita Bellini
 


Olii, acquarelli, disegni e sculture.
Le immagini femminili, costruite da un segno scarno o intessuto di richiami cromatici tenui e molto armoniosi o caricati da inserimenti a collage, divengono, nella trasformazione, quasi un gioco della memoria e della fantasia, alla scoperta di quanto vi hanno lasciato il tempo e la vita.
Le sculture, in legno con inserimenti di altri materiali, inverano nel simbolico la pregnanza materica.

Giulio Gasparotti

 

 

 



Marzo 1984

Rita Bellini alla Galleria S. Vidal
 

Una mostra complessa questa di Rita Bellini, non tanto perché espone olii, acquarelli, disegni e sculture, quanto per il senso della sua ricerca.
Una ricerca, non estranea a modelli culturali, che raramente diviene racconto per arrestarsi al livello concettuale, come analisi del mezzi impiegati, chiave di lettura delle connessioni artista-opera, vale a dire delle infinite possibilità di invenzione (da non dimenticare il "progetto per vetrata“ presentato al recente concorso “Cristo Redentore oggi").

In ogni composizione sono tenuti in considerazione anche lo spazio d'inserimento e l'uso della materia, per cui la rappresentazione reinventa il motivo in termini piuttosto simbolici che contenutistici. La tradizione é attiva e dominante e il senso stesso dell’esistenza diventa motivo della sua operatività, anzi il problema stesso spinge a ritrarre le cose in se stesse e nella loro vicenda, lasciando ad esse il giusto valore,
con un tasso di esperienza che le trasfigura, mai comunque in senso lirico. Le immagini, perciò, non sono paragoni, ma espressioni, compenetrazioni dl realtà fisiche e in parte spirituali, sempre al limite dell'ambivalenza per poter esprimere a pieno l'importanza delle stesse e degli accostamenti. Due metodi sembrano prediletti per costruire queste impronte: il segno scarno o intessuto di richiami cromatici tenui, ben dosaci e distribuiti, armonici, come in "Amore alla finestra", "Coppia lunare", "Donna che esce dalle acque" - ad esempio - e le articolazioni vincolanti le forme scultoree essenzializzate (“Nudo con museruola", "Uccello preistorico", "Impressione dal film Arpa Birmana") in funzione della presenza materica che si protende nello spazio e invera gli andamenti formali, i quali risentono e richiamano l‘espansione dinamica di strutture e piani delle altre realizzazioni.

Una riflessione continua e vigile anima l'impegno della Bellini, che sa di continuo rendere attivi e significanti i vari momenti espressivi d'un linguaggio acuto, ricco di trovate e puntuale nell’indagine.

Giulio Gasparotti

Marzo 1984

 

 



Il Gazzettino di Venezia (19 gennaio 1983)

Rita Bellini
 

Bellini, S. Vidal - Appare in un certo senso di sapore antologico, seppure con dimensioni ridotte, questa Mostra di Rita Bellini, che espone un gruppo di opere realizzate nel 1968 ed altre eseguite negli anni più recenti. Gli smalti su carta del 1968, impregnati di un forte senso drammatico e perfino religioso della vita, sembrano ispirati a Roualt con figure possenti e monumentali, delineate da un segno pittorico largo e forte e con l’impiego di colori densi ed aggressivi. I lavori più recenti, al contrario, appaiono come depurati dalla iniziale drammaticità, in una visione più intimistica, lirica ed incantata.

Enzo De Martino

 

 



Corriere Veneto (25/31 gennaio 1983)

Rita Bellini espone alla Galleria “S. Vidal” di Venezia
 

Sono dipinti dal 1968 all’82:

Marie, Crocefissi, nudi, figure contorte.

Le forme e i colori passano attraverso varie intensità espressive denuncianti l’evoluzione che porta all’attuale autonomia di linguaggio, nei colori, nella struttura, nei significati, nell’essenzialità rappresentativa e nell’immediatezza liberatoria della visione.

 

 



Gente Veneta (N. 5 del 29 gennaio 1983)

Galleria “S. Vidal”, Venezia: Rita Bellini.
 

I dipinti dal 1968 al 1982 e alcune grafiche recentissime svelano l’iter pittorico della Bellini. Dalle Marie ai Crocifissi, fino ai nudi contorti, forme e colori acquistano una sempre maggiore autonomia, intensità psicologica e quel tanto di deformazione espressiva che traducono la sua ricerca in un’analisi sui valori delle immagini, del colore, della luce, dello spazio e della comunicazione. Il significato del colore, via via si fissa sulla carta in un’essenza rappresentativa della figurazione che diviene libertà di scelte e di motivi, in una sorprendente immediatezza espressiva liberatoria della visione che resta spiritualizzata. Riproduciamo un particolare d’uno dei dipinti più suggestivi.

Giulio Gasparotti

 

 



La Vernice (N. 216 - Anno XXI - novembre / dicembre 1982)

Rita Bellini
 

Nelle opere dl Rita Bellini, esposte recentemente alla galleria San Vidal di Venezia, l’immagine emerge in tutta la sua completezza dialettica delle campiture di fondo quasi sopravanzandole per la forza discorsiva della quale sono pervase.

Si direbbe che la nostra pittrice penetri l’immagine con la sicurezza della sua pennellata per darci una dimensione introspettiva delle forme figurali descritte.

La tela risulta in tal modo quasi divisa fra la sezione emergente rappresentata da una immagine a volte intesa nella sua oggettività neo-realistica a volte come fantasma esistenziale ma sempre arricchita da un cromatismo di contrasto che evidenzia rapporti dialettici in una visione quasi tattile della materia pittorica.

Questa impostazione permette di porre nel giusto rilievo quelle sensazioni corpose che la nostra pittrice affida alle forme acuendo il valore letterario delle profondità narranti, del colore e del ritmi disvelanti particolari stati d'essere.

Bisogna poi riconoscere per le preposizioni pittoriche della Bellini portano evidenti segni di un simbolismo che non si irrigidisce nello schema ma che valuta quasi con compiacenza la necessità di una evoluzione narrativa per penetrare molteplici motivazioni a giustificazione del suo interesse per una più intensa vita intima in assoluto contrasto con la stessa letteratura descrittiva delle opere che si palesano, come già detto, in tutta la loro interezza. Così operando la Bellini realizza quel patrimonio di cultura artistica che la vede attenta partecipe di un interesse intellettuale per una certa pittura primitivo-simbolica ed alle correnti espressive alla Roualt.

Un calore quasi sempre intonato su ritmi smorzati, una tavolozza non ricca ma sensibile per una vasta gamma di variazioni tonali, dicono che per la Bellini il dipingere non è fine a se stesso ma  veicolo ora poetico ora spirituale, ora tipicamente umano, di idee e di suggestioni.

Enrico Buda