Rita
Bellini

 


  scrittrice

pittrice

poetessa

scultrice

critica d'arte

animatrice

scrittrice

pittrice

poetessa

scultrice

critica d'arte

animatrice

scrittrice

pittrice

poetessa

scultrice

critica d'arte

animatrice

scrittrice

pittrice

poetessa

scultrice

critica d'arte









Seconda edizione




Recensioni e Critiche >>

 

 

Prima edizione





  “Nelle Stagioni colsi”


    poesie di Rita Bellini

1992
Ed. Albert Gardin
Editoria Universitaria Ve


    Introduzione

Artista poliedrica, animata da stimoli culturali molteplici e da vivace immaginazione inventiva, Rita Bellini alterna con pari afflato lirico la poesia, la narrativa, la pittura e la pratica musicale. Nelle varie espressioni d’arte, la cifra ispirativa può considerarsi univoca, perché muove da una inconfondibile e personale sensibilità umana ed estetica.

Fedele ai fondamentali valori di un’etica interiore e sorretta da un saldo sentimento della vita, la poetessa veneziana presenta in volume una silloge indicativa della sua ricca produzione lirica che copre un itinerario espressivo ampio, a partire dai versi più intimistici degli anni Sessanta e Settanta sino alle più intense composizioni della presente stagione creativa. È questo un itinerario attestante, tra l’altro, una evoluzione tematica e formale maturata alla luce di sempre nuovi apporti etici e culturali, sospinta verso la sintesi emblematica dalla meditata coscienza delle più impellenti problematiche psicologiche e sociali della vita e del dolore umano.

Le espressioni poetiche di Rita Bellini delineano un paesaggio figurativo stimolante e immaginifico, i sentimenti lirici si trasfondono nella rappresentazione viva e immediata della realtà oggettiva e della sensibilità affettiva. Scorrendo i suoi versi, il lettore coglie integralmente il paesaggio figurale che ha ispirato il flusso poetico: dinanzi a noi balzano come d’incanto pianure ammantate di vegetazione, marine assolate, scogliere coperte di detriti marini, scorci urbani corrosi dal tempo e dall’incuria, acque azzurrine a raffronto di tramonti accecanti, campi di battaglia terrificanti e desolati, storie del passato emergenti da frammenti della memoria.

Poesia come pittura della natura: terra, fiori, acque, animali, cielo, luce; poesia come affresco dell’anima: amore, gioia, affetti, ricordi, speranze, dolore e morte.

Un senso di stupore accompagna il sentimento evocativo di una realtà dove il sole “germoglia” come un fiore del cosmo: “il sole è germogliato dietro le case, / disco di fuoco”.

Spesso le immagini e le memorie sono rievocate nell’empito di una trasfigurazione mitica: “Corolle di fiori / intrecciate da Ofelia / e annegate nel fiume”.

Nel dramma o nella contemplazione, nella speranza o nella malinconia, il ritmo confidenziale del verso suggerisce di frequente una confessione struggente di solitudine: “Solo in me, sola, / si è rinsecchito in seno / l’amore grande / che avevo per te”.

Il linguaggio poetico è spesso in sintonia, come per un’assonanza della mente e del cuore, con la specifica cifra rappresentativa della figurazione pittorica: “Smagliature di un ordito. / Lacrime azzurrine”, ove quell’”ordito” si presenta smagliato, nell’evidente suggestione visiva informale, da una consapevolezza di traumi emotivi sofferta e oggettivata nella pienezza segnica e materica, ritmica e cromatica, delle “lagrime azzurrine”.

La connotazione coloristica è anzi preminente in tutta la produzione lirica di Rita Bellini. Il suo mondo poetico è un mondo poetico coloratissimo, il suo paesaggio affettivo è un paesaggio interiore visibilmente illuminato: “Piccolissimi frammenti d’azzurro”; “Tramonto blu-giallo accecante”; “Fascio giallo sospeso”; “Acqua azzurra-verdenera-gialla”; “Solchi bianchi scavati”; “cirri rossi e violetti”... e si rischia di lasciarsi irretire dai riverberi iridescenti di queste presenze policrome e luminescenti.

Alcune liriche della presente raccolta sono tematicamente correlate ai dipinti di ispirazione religiosa dell’autrice stessa, incentrati per lo più sul racconto evangelico dell’Annunciazione e della Maternità della Vergine. Qui, ma anche altrove, la simbiosi tra poesia e figurazione appare assecondata dal consonante ritmo del verso e della strofa che, nella varietà delle sollecitazioni ispirative, genera un flusso espansivo di immagini liriche, di cadenze drammatiche, di modulazioni psicologiche.

Ai toni elegiaci della contemplazione naturalistica succedono pertanto le note concitate e il lessico franto che accompagnano le esperienze tormentate dell’esistenza umana.

                                                                                                                                           Sandro Marini